Spettatrici e spettatori di ogni età, nello stesso giorno, incontrano spettacoli, mostre e concerti.
Per vivere e raccontare atmosfere, pubblici e spazi dell’offerta culturale delle città.
La Calata è un progetto ideato e condotto da Casa dello Spettatore. Un invito per spettatrici e spettatori di ogni età a “calare” il loro sguardo sull’offerta culturale delle città e a inserire la propria esperienza all’interno di un racconto collettivo. La Calata è un esperimento conoscitivo sul mondo del teatro, in primis, e delle altre proposte artistiche e culturali, attraverso gli occhi dello spettatore. La Calata, promuove la costruzione di una comunità che si educa all’incontro con il teatro e con l’arte svincolando per un giorno l’esperienza estetica dalle scelte personali, e quindi dai gusti, dalle abitudine, dai pre-giudizi.
Il teatro e la città
La Calata consente di incontrare una città attraverso il teatro, non in un teatro. Il teatro e la città, quindi: in quanto fenomeni umani e collettivi hanno in comune la materialità dei corpi e degli spazi e l’immaterialità delle relazioni e della narrazione, e ne condividono la dimensione sociale.
Cosa si fa quando ci si “cala”?
Si condividono esperienze e fruizioni culturali: spettacoli, concerti o mostre, per vivere e raccontare la “vita” culturale della città. Si incontrano persone, spazi e proposte artistiche e si restituisce l’esperienza attraverso un breve testo e alcune immagini. Spettatrici e spettatori vestono per un giorno i panni del reporter, guidati dalla curiosità e dal caso.
Come?
La partecipazione come sempre è gratuita. Obbligatoria è la curiosità e la volontà di vivere una giornata caratterizzata dalla scoperta e dall’incontro: con l’arte e con l’altro. La Calata, infatti, non è un modo per andare a teatro, visitare una mostra o assistere a un concerto gratuitamente: è un progetto di costruzione di una comunità di spettatrici e spettatori capaci di mettersi in gioco, di aprirsi alla scoperta di nuovi incontri e di nuovi interessi.
Il sorteggio
L’estrazione a sorte della destinazione, del tipo di spettacolo e del compagno o della compagna di Calata sono, infatti, gli elementi essenziali del progetto. Il sorteggio potrebbe portarvi in un quartiere che non conoscete o che frequentate poco, farvi incontrare persone che non conoscete, farvi essere spettatori di spettacoli che normalmente non scegliereste, in teatri o spazi culturali che normalmente non frequentate. Oppure offrirvi la possibilità di avere un nuovo sguardo sulla città.
Perché?
L’obiettivo è costruire un racconto a più voci per restituire una modalità di fruizione della cultura e delle città che viva, almeno per un giorno, al di fuori dei meccanismi del marketing, libera dalla logica della valutazione o del gusto, capace di andare oltre abitudini e pre-giudizi; come risposta a un bisogno, culturale e sociale, prima che come occasione di consumo.
Il gruppo WhatsApp
Per l’intera durata di ciascuna edizione viene attivato un gruppo WhatsApp per accompagnare l’esperienza fin dal mattino, per scambiarsi informazioni, curiosità, suggerimenti e prime impressioni sull’esperienza in corso. Un grande foyer virtuale di quell’unico grande teatro che La Calata crea in città, abitato dalla comunità delle spettatrici e degli spettatori.
I racconti.
Raccontare La Calata non significa scrivere una recensione, ma cercare di trasmettere l’atmosfera e il senso di una giornata dedicata al rapporto con la città, mediata dall’incontro con altri e dalla condivisione di esperienze e fruizioni artistiche e culturali diverse.
La Calata fa parte della ricerca di Casa dello Spettatore sulla formazione del pubblico a livello nazionale ed è sostenuta dal MiC attraverso l’art.41 del Fondo Unico per lo Spettacolo (triennio 2018 – 2021 e 2022 – 2024)
Dal 2017 La Calata è stata realizzata in diverse edizioni a Roma, Milano e Napoli raccogliendo le voci di centinaia di spettatrici e spettatori di tutta Italia. Nei dossier i racconti delle diverse esperienze.
I dossier
– cliccare sulle immagini per aprire i dossier in pdf –
BO-MO
16-17 marzo 2024
in lavorazione
La Calata è
un’iniziativa di promozione della rete teatrale cittadina
un esperimento di convivialità cittadina e di comunità
un racconto scritto da spettatrici e spettatori
una ricerca empirica sul pubblico del teatro in Italia
un’indagine sull’offerta culturale delle città
un progetto di valorizzazione turistica e culturale
L’idea originaria
“La Calata” nasce da un’idea di Giorgio Testa, presidente di Casa dello Spettatore:
“… e dunque
in tanti – tutti assieme, nello stesso tempo
non proprio come i barbari ma certo con una speranza di trovar posto in luoghi del bello…
non proprio come i lanzichenecchi, ma certo non tranquillizzanti…
non proprio come alieni ma certo con un’estraneità, o almeno un distacco che escluda la complicità del condominio e in ogni caso come alieni buoni
spinti dalla curiosità di conoscere il “mondo” del teatro (intanto nella capitale d’Italia…)
silenziosi come una pioggia continua o una nevicata, anche
… l’immagine da Magritte risponde bene, mi pare, a queste intenzioni /suggestioni…
Le regole per una “Calata” ideale o almeno della “Calata” da me immaginata e covata nel tempo, e restando inteso che per questo numero zero dell’iniziativa non potremo che fare quello che si può, con le risorse umane e finanziare che abbiamo.
Tutti i teatri
compresi quelli che pur non avendone il nome sono pur sempre luoghi in cui si dà a vedere a spettatori qualsivoglia forma di spettacolo dal vivo – per intendersi: se ci fosse uno spogliarello in un locale notturno quella sera, lo inserirei nella lista.
Almeno due spettatori per ognuno dei teatri
almeno vuol dire che in altre edizioni, a Roma e non solo a Roma, potremmo salire di numero – per un totale davvero lanzichenecchico, barbarico, alieno, di più di mille spettatori sguinzagliati a calare….
Non addetti ai lavori
cioè: attori, organizzatori, registi, e soprattutto: critici… che semmai, se preparati e scelti tra gli affidabili, sarebbe utile per molti di loro, essere accompagnatori in silenzio dei calanti… – intanto per questa prima volta potremo essere noi a svolgere questa parte di accompagnatori silenziosi, o almeno discreti…
In teatro in cui non si è ancora stati
possibilmente e preferibilmente – come possibilmente e preferibilmente si dovrebbe tenere conto del luogo da cui si parte per non costringere a fare lunghi viaggi e traversate nella città – ciò che guasterebbe il clima anche ludico che sarebbe bene la “Calata” avesse (in questo il non aver potuto questa volta tenere segreta la data e ignari i teatri, è sicuramente un peccato – giocare alla banda e poter piombare davvero all’improvviso sarebbe stato molto divertente…)
Impegno a produrre un testo e un’immagine
non più di due pagine che possono avere forma di promemoria, dialogo, lettera, e ogni altro tipo di testo che i due vorranno scegliere, ma non recensione, per il buon motivo che l’istantanea riguarda, come abbiamo detto, l’intera esperienza di quella sera: tragitto, spazio, atmosfera, pubblico in relazione con lo spettacolo, prima, durante e dopo… – e non più di due immagini presumibilmente prese col telefonino, oggi, ma anche eventualmente prodotte dai due (che ovviamente si divideranno i compiti, come vorranno). Scoraggiare il troppo scrivere e anche lo scrivere in troppo tempo – l’istantanea per essere tale deve poter comportare un procedere in tempi stretti, senza troppe meditare… tanto più che abbiamo pensato di dare una “restituzione” del lavoro on line e non in tomi o atti o analoghe anticaglie… “
CON IL SOSTEGNO DI