T-Challenge 2023

CEDAC – Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna ha affidato a Casa dello Spettatore il coordinamento dei lavori della giuria popolare nell’ambito della terza edizione del concorso T-Challenge, in scena al Teatro Massimo di Cagliari dall’11 al 13 maggio 2023.

Far parte di una giuria è un’esperienza che aggiunge alla condizione dell’essere spettatore la necessità di esprimere pubblicamente un giudizio individuale all’interno di un gruppo di pari. Cosa significa, quindi, essere un giurato e come si interpreta questo ruolo?

CEDAC in collaborazione con Casa dello Spettatore propone alle studentesse e agli studenti degli istituti coinvolti nel T-Challenge 2023 di partecipare alla costituzione di una giuria popolare a cui verrà destinato un ciclo di incontri preliminari e successivi alla visione degli spettacoli. Durante gli incontri si costruirà un dialogo aperto e libero con i contenuti, le forme e i linguaggi della scena, per fare in modo che il verdetto della giuria sia sintesi e conclusione di un percorso di avvicinamento al teatro, prima di tutto come fatto artistico e sociale. L’obiettivo è attivare nelle giurate nei giurati uno sguardo capace di aprire nuove possibilità di analisi, mettendo in equilibrio il gusto personale con la responsabilità che il compito di chi deve giudicare sollecita. Ogni incontro sarà supportato da materiali didattici appositamente predisposti che offriranno strumenti di analisi e spunti di riflessione. La proposta intende, quindi, accompagnare la formulazione del giudizio finale in modo consapevole e il più possibile condiviso.

IL CONCORSO

Dopo la fortunata edizione “zero” del 2019 e dopo aver portato a termine con successo l’edizione “n.1” nel dicembre 2021, a dispetto delle enormi difficoltà affrontate a causa della pandemia, il CeDAC ha il piacere di proporre anche per l’anno scolastico 2022-23 una nuova edizione del T-CHALLENGE. Il progetto è nato dal desiderio del CeDAC di avvicinare i più giovani alla cultura e in particolar modo al mondo del teatro, offrendo l’opportunità di apprezzarlo “dal di dentro”, in maniera approfondita e professionale. La battaglia teatrale è una “sfida”, quest’anno raccolta da sette istituti superiori di Cagliari. Ciascuna scuola ha selezionato una compagnia di ragazze e ragazzi che, guidati da registi professionisti, hanno lavorato dal dicembre del 2022 per allestire una piece teatrale, gara con gli altri istituti partecipanti. Questa sfida vuole offrire agli studenti l’opportunità di “giocare il gioco teatrale” dall’interno attraverso l’emulazione reciproca, una fitta rete di relazioni interpersonali e il confronto delle potenzialità creative di ciascuno dei partecipanti, arricchendo così la loro esperienza umana e culturale.
Con lo studio dei testi, l’assimilazione delle parti dei personaggi in scena (e in alcuni casi con la scrittura originale del testo), l’apprendimento delle tecniche di interpretazione e il confronto con il lavoro delle altre Scuole in gara ci si propone di potenziare la capacità critica e di giudizio dei partecipanti.

GLI SPETTACOLI

11 maggio ore 11.00
L3 – IL VOLUME DEL GIOCO

I.P.S.I.A. A. Meucci di Roberta Locci e Alberto Marci con Riccardo Angioni, Ilaria Argiolas, Luca Asproni, Yassin Es Skib, Denny Fadda, Yael Trepy, Andrea Karol Gonnella, Svetorzarov Ilia Iliey Velizar, Riccardo Lai, Francesco Pibiri, Elisa Piras, Alberto Pittalis Tutor prof.ssa Candida Iacono – Referente classe prof.ssa Caterina Olla – resp. Scolastico prof. Gavino Mette Resp allestimento prof. Stefano Porrà – tutor PCTO prof. Gabriele Meloni Allestimento a cura della classe IV A mat

“Quello che gli altri chiamano profondità è solo un tesseract, un cubo tetradimensionale. Entri da un lato, esci dall’altro, e ti trovi in un universo che non può coesistere col tuo.” – Umberto Eco

L³ è uno spazio dove la dimensione del visibile dialoga con quella dellʼinvisibile nel tentativo di costruire una nuova prospettiva da cui osservare e essere osservati. I ragazzi di L³ sono nativi digitali, non hanno mai visto un mondo senza tecnologie, hanno accesso a qualsiasi tipo di informazione. Per loro ogni pensiero e azione è immediatamente condivisibile e trasferibile.
Il mondo che vedono è diverso da quello di tutte le generazioni precedenti: non ci sono confini e tutto accade ovunque. La struttura dello spettacolo è quella di un gioco, che per sua natura è legato al reale senza conseguenze su di esso, svuotato di alcune sue caratteristiche. Questo svuotamento si rivela scardinante in quanto le sequenze di gioco non obbediscono a delle regole precise ma a degli stimoli emotivi capaci di creare una struttura dallʼesito aperto. Non ci sono avversari, non ci sono vere e proprie mosse, non ci sono premi, non si vince niente anzi, la sensazione è quella della perdita costante. I giocatori sono invitati ad agire in uno spazio “irreale” seguendo le indicazioni di una voce sintetica lontana da ogni forma di coinvolgimento. La voce gestisce le sequenze di gioco, come se i partecipanti non avessero volontà propria, come se non provassero emozioni: sono uno identico allʼaltro, perciò mai indispensabili e sempre sostituibili. Questo fa si che ogni tanto qualcosa, nel gruppo o nel singolo, si smuova dando vita a una sorta di resistenza a questo gioco, un desiderio non sempre consapevole di modificare lo stato delle cose. Un tentativo di affermazione che anche solo per pochi istanti restituisce umanità e fragilità ai corpi sulla scena. Ma ciò che rimane è un profondo senso di solitudine che risucchia il tutto. Tutti i contenuti dello spettacolo sono stati elaborati dai ragazzi durante il laboratorio, in alcuni casi anche la struttura scenica è frutto della loro creatività.

11 maggio ore 16.30
SOGNO O SON DESTO?

Liceo Classico G. Siotto Pintor con Thomas Boi, Sofia Congiu, Sveva Contu, Nicoletta Luchi, Andrea Peddis, Aurora Podda, Micaela Putzolu Scrittura scenica degli allievi del progetto T-Challenge Coordinamento scenico di Senio G. B. Dattena Tutor prof.ssa Cinzia Rombi

Sono i sogni dei ragazzi e delle ragazze che hanno dato vita prima al testo e poi alla scena. Buona parte degli incontri è stata quindi dedicata al racconto dei sogni e a chiederci, che cosa fossero. Riflessioni molto interessanti che hanno dato vita al nostro prologo. Dopo avere scelto due sogni diversissimi, siamo passati alla scrittura scenica dove l’intervento del conduttore, anche per motivi di tempo, è stato piuttosto invasivo. Successivamente la scrittura è stata sottoposta al vaglio dei ragazzi che hanno dato giudizi e suggerimenti. I sogni scelti sono molto particolari, si va dall’incubo ricorrente a un sogno che è quasi una fiaba.
Abbiamo evitato di fare facili psicologismi, anche se poi è proprio una psicoterapeuta il personaggio che lega i primi due sogni. In questo percorso onirico non abbiamo dimentico di inserire due sogni che vengono dalla mitologia. Due sogni neri; quello di Ecuba e quello di Medea.

11 maggio ore 18.30
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di William Shakespeare

Convitto Nazionale V.E. II con Miriam Agus, Rita Cadoni, Sara Carrus, Leo Cazzaniga, Sofia Cotza, Luca Erriu, Davide Muntoni, Michelangelo Pintus, Alessia Sanna, Giulia Serrau, Lorenzo Spano, Maria Trudu, Raffaele Vargiu, Giorgia Zucca Adattamento drammaturgico e regia di Francesco Civile Tutor Barbara Rotondo

Teseo, duca d’Atene e la futura sposa Ippolita, mentre vivono la preparazione delle loro nozze, vengono interrotti da Egeo, padre di Ermia, il quale accusa la figlia di voler sposare l’uomo sbagliato, Lisandro, invece del suo prediletto, Demetrio. Entrambi i giovani amano la ragazza che viene messa dal padre davanti ad un bivio tra la vita e la morte. Aiutata dal suo amato Lisandro decide di fuggire con lui. Ma Elena, amica di Ermia, rivela a Demetrio, di cui è a sua volta innamorata, la fuga dei due amanti. Contemporaneamente, nel bosco vicino alla città, degli artigiani, capeggiati dal tessitore Rocchetto, tentano maldestramente di preparare uno spettacolo da proporre alla festa delle nozze di Teseo e Ippolita. Essendo ormai notte, le creature fantastiche, con in testa il re Oberon, il servitore Puck e la regina Titania, prendono vita. Gli incantesimi d’amore di Puck creano scompiglio sia tra i giovani amanti che tra gli artigiani, fino a quando Oberon decide finalmente di porvi rimedio. Giunto il giorno delle nozze, tutte le coppie si ricongiungono, gli essere fantastici si acquietano e anche gli artigiani si tolgono le loro soddisfazioni.

12 maggio ore 16.30
I NAUFRAGHI – niente è come sembra
liberamente ispirato a Il Signore delle Mosche di William Golding

Liceo Scientifico Michelangelo Pietro Atzori, Sonia Casale, Simone De Leo, Sara Del Vecchio, Chiara Dessì, Giulia Farci, Laura Ghinolfi, Gabriele Guerriero, Maria Luisa Loddi, Michele Mascia, Gabriele Melis, Salvatore Murgia, Filippo Murtas, Lucrezia Oggiano, Francesco Orrù, Giulia Orrù, Andrea Pilia, Gabriele Piras, Francesco Schirru, Eleonora Serra, Emanuele Soru, Michela Sunda, Leonardo Urban Adattamento drammaturgico e regia di Marta Proietti Orzella Tutor prof.ssa Mirella Bacciu

IL SIGNORE DELLE MOSCHE

Lavorare con i ragazzi a un adattamento dal romanzo “Il Signore delle mosche” di William Golding: operazione non facile ma molto stimolante. Affrontare temi quali la necessità delle regole e dei doveri, la democrazia, il valore del rispetto e del dialogo, la scissione tra razionalità e violenza…“Il Signore delle Mosche” è la metafora della società contemporanea e del bivio davanti al quale si ritrova l’uomo, tra il rispetto delle regole e la tentazione dell’anarchia.
Lo spettacolo racconta la vicenda di un gruppo di ragazzi che, evacuati dall’Inghilterra per l’imminente esplosione della guerra atomica, si ritrovano in un’isola deserta in seguito all’abbattimento dell’aereo che li trasportava. I ragazzi non sono ancora pregni dei condizionamenti degli adulti e questo disastro dà loro la possibilità di ricreare una società fondata sui valori dell’amicizia, della collaborazione e dell’armonia senza conflitti. Ci riusciranno? La storia è davvero un ciclo che si ripete oppure esiste una ricetta per evitare di commettere gli stessi errori? E’ sempre vero che “L’uomo produce il male come le api producono il miele”?

12 maggio ore 18.30
IO CRONA

Liceo Classico e Scientifico Euclide con Alice Pillitu, Andrea Spiga, Angelica Filippino, Christian Erbì, Danilo Vargiu, Elena Secci, Elettra Maggio, Emma Caiser, Enrico Nicosia, Federico Sanna, Francesca Tuveri, Gabriele Atzori, Gabriele Puddu, Margherita Biggio, Nicolas Cabras, Riccardo Contu, Samuel Mocerino, Sara Puzzoni, Sara Serra, Sofia Murgia, Valentina Sanna Drammaturgia originale di Primavera Contu Contenuti audio/video di Federico Branca Conduzione e regia di Monica Serra Tutor prof.ssa Simonetta Partolino

Non è stato ufficialmente rivelato se Crona sia un maschio o una femmina. Tuttavia, il termine sta diventando popolare e non è escluso che possa essere utilizzato da una ragazza, specialmente maschiaccio, anche se Crona sembra non esserlo affatto. Talvolta ci si riferisce a Crona al maschile. Questo non vuol dire che Crona lo sia. Crona è pelle, bocca e gambe: è un intreccio di cuori e pance, è un rigurgito di tenerezza e violenza. Crona è il desiderio inarrestabile di abitare il proprio corpo.
Corpo_voce è un’entità in potenza, sempre marcata dalle condizioni e relazioni sociali in cui vive ed è ancora un territorio di lotta. Territorio di cui ci dobbiamo riappropriare, ognun* nella modalità che sente propria, nella singolarità e collettività del gesto.

L’approccio collettivo nell’esposizione individuale ognuno delle proprie personali istanze, darà vita ad un elaborato – scrittura scenica nella forma del dialogo, in cui ciascun partecipante sarà stimolato a restituire un proprio racconto “confidenziale”, visione del mondo, punti di vista differenti rispetto a quello che sarà il fuoco della riflessione e su cui esercitare la capacità critica.
La riflessione verterà sulle tematiche legate al gender fluid, identità e differenze, ruoli, orientamenti sessuali, meglio specificate come Gender Studies, al fine di promuovere e favorire una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni e contrastare fenomeni come l’omofobia, la discriminazione di genere, la xenofobia, il cyberbullismo, la sopraffazione e la violenza in tutte le sue forme, violenza di genere e violenza sessuale. La diffusione di tali studi nel dibattito scientifico, culturale, sociale e politico contemporaneo, apre nuove prospettive e scenari in contrasto con qualsiasi forma di intolleranza, valorizzando una cultura dello scambio, della relazione, dell’accettazione delle differenze e in opposizione alla chiusura e alla paura rispetto alla diversità. Muovendosi in un dominio di libertà, all’interno di una fluidità dei modelli, individuali, familiari e collettivi, i Gender Studies contribuiscono a creare differenti spazi in cui esercitare le forme di garanzia dei diritti per tutti: il diritto alla libertà di autodeterminazione, di genere e sessuale, libertà di scelta individuale; la difesa del diritto di ogni essere umano a poter crescere in una società non più basata sui ruoli precostituiti garanti del modello sociale e politico conservatore, ma a favore invece della libertà di espressione e di emancipazione individuale e collettiva.
L’approccio al teatro e all’arte performativa verrà trasmessa come momento per fare nuova esperienza del vivere nonché luogo di aggregazione, di condivisione, di immaginazione e creazione collettiva, in cui poter realmente attivare modelli differenti di sperimentazione socio-culturale e altre possibilità di stare al mondo prima che nella scena; il teatro come strumento per indagare il contemporaneo.

13 maggio ore 16.30
HELL CITY dall’Inferno di Dante Alighieri

Liceo Scientifico A. Pacinotti con Eleonora Amorati, Lucrezia Casula, Caterina Cocco, Riccardo Dell’Orfano, Luca Musanti, Gabriele Peirani, Enrico Perra, Gaia Porcu, Andrea Sabiucciu, Alessandro Spiga Adattamento drammaturgico e regia di Mariano Cirina Assistente alla regia Mia Rubini Tutor prof.ssa Nicoletta Piu

L’Inferno di Dante: il più grande Noir mai scritto.

Il genere letterario “Noir”, così come il termine attribuito in ambito cinematografico, non è di facile collocazione. Ma nonostante i suoi “confini” risultino “fumosi” come il genere stesso, è altrettanto vero che esistono dei tratti peculiari ben definiti.
In qualsiasi motore di ricerca online si troverà su per giù questa definizione: “Il noir o romanzo nero è una variante del genere letterario poliziesco, e più specificamente del sottogenere hard boiled, nato negli Stati Uniti alla fine degli anni venti del XX secolo.”. Il protagonista del romanzo noir però – si noti bene – non è un investigatore, ma è una vittima, un sospettato o un esecutore.
Nel Noir, soprattutto in quello “metropolitano”, l’ambientazione diventa un elemento caratterizzante del genere. Nel Noir metropolitano la città e la metropoli non fanno soltanto da sfondo ma diventano veri protagonisti della storia, così come la violenza, la criminalità e il degrado ambientale e morale. Il “delitto” si trasferisce sempre più sulle strade. Questi elementi sono alla base della riflessione che ha dato origine ad Hell City.
Quale città/luogo nella letteratura di tutti i tempi incarna maggiormente il degrado, il malcostume, il malaffare, la “corruzione” se non l’Inferno di Dante? Il protagonista Noir deve anche affrontare il sistema legale e politico che non sono meno corrotti del criminale di cui il protagonista è vittima, e questo ci riporta immediatamente alla Firenze medievale.
Altre delle caratteristiche più importanti del genere sono le qualità autodistruttive dei protagonisti. Ed in quale altro testo i personaggi sono maggiormente torbidi, tormentati e anche fisicamente malridotti, afflitti da malanni reali e immaginari, costretti ad un destino dato dalle loro azioni e dal luogo stesso se non nell’Inferno di Dante?
Dante/personaggio incarna perfettamente i caratteri del protagonista Noir, che decide di affrontare un viaggio nei sobborghi più pericolosi della città perduta, come fossero i bassifondi del Bronx o le periferie dimenticate di città anche a noi più vicine. Dante/autore manda Dante/personaggio a confrontarsi con quei personaggi che, nel mondo reale, gli creano disgusto. Non sappiamo bene che cosa cerchi – forse vendetta, forse la morte – ma sappiamo bene chi e che cosa troverà. Ad aiutarlo Virgilio, un “dritto” che all’Inferno è di casa, “assoldato” da una Beatrice con forza di “ordinare” e promettere gratitudine.
E di lì a ruota i tanti soggiogati da un Caronte potente e spietato, una Francesca che racconta di sé sulle vie del piacere a pagamento, la gang di motociclisti di Malacoda, un Ugolino spietato verso chi lo ha incarcerato e altri ancora.
In Hell City il linguaggio dell’Opera si avvicina incredibilmente allo spettatore, recitato come uno slang sporco che continua a restituire però tutta la sua poesia e spesso anche il virtuosismo della rima.
Il bianco e nero degli abiti, filo conduttore dello spettacolo, è interrotto solamente da qualche elemento di colore in pochi momenti.
In Hell City il Dio della religione è sostituito dal Creatore/autore, che decide chi è cattivo, quanto lo sia, e come debba dimostrare di esserlo.

13 maggio ore 18.30
TUTTI AL MACELLO di Boris Vian

I.T.I.S. M. Giua con Ylenia Aurora Aiana, Stella Bona, Fabio Cao, Leonardo Cuccu, Gloria Ledda, Lorenzo Latti, Francesca Marras, Francesco Emanuele Masala, Francesco Melis, Sofia Mereu, Mattia Muccelli, Manuela Puddu, Giorgio Tatti, Davide Vadilonga Adattamento drammaturgico e regia di Filippo Salaris Assistente alla regia Paolo Salaris Tutor prof.ssa Daniela Paba

TUTTI AL MACELLO di B. Vian

La scena si svolge all’alba del 6 Giugno del 1944 ad Arromanches, che altro non è se non un tranquillo paesino sul mare Normandia.
E’ il “giorno più lungo”, come verrà in seguito definito dagli storici, ma per chi ci vive in quei luoghi sembrava essere un giorno come un altro. Per la famiglia dello scorticatore, protagonista delle vicende, la vita va avanti nonostante la guerra, ma questo non significa che le loro menti non abbiano risentito della violenza che la guerra comporta.

Note di regia

Arromanches, ultima spiaggia, diventa d’un tratto il cuore vivo di una follia devastante raccontata da Boris Vian che attraverso le lenti della “patafisica”, scienza delle soluzioni immaginarie, propone un quadro grottesco, comico e alienante di un’umanità senz’anima che cerca disperatamente di attaccarsi alla vita. Alla violenza della storia, lo scorticatore oppone l ‘onestà, mista alla capacità di lasciarci scivolare le cose addosso, ma anche a questo c’è un limite.
Lo spettacolo prevede oltre 30 personaggi interpretati da ragazzi/e.
Attraverso la scelta di questo testo si vuole proporre agli studenti un approccio critico alla realtà che li circonda, si vuole promuovere una riflessione su quanto la guerra sia insensata e trascini le persone nel baratro più profondo del buio dell’anima.
L’obiettivo è formare individui consapevoli dell’arte teatrale come strumento d’indagine personale e sociale, grazie al lavoro di gruppo e a un vero e proprio role-playing.

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2023-09-28T16:25:49+00:00