Didattica della visione | TSVF

Casa dello Spettatore curerà il Corso di aggiornamento per docenti di scuole di ogni ordine e grado – di ruolo e non – riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione “Didattica della visione” all’interno del progetto Teatro Scuola Vedere Fare in colaborazione con le Nuvole e Casa del Contemporaneo.

Un cammino guidato dentro la stagione teatrale PER LE SCUOLE 22/23 nei 3 teatri (Teatro dei Piccoli, Karol e Ghirelli) e dentro l’esperienza di essere spettatori. Imparare a “vedere” è una pratica che si vive nell’immediatezza del presente e si nutre della sorpresa e dell’imprevedibilità, e che si struttura e si radica poi dentro l’articolazione più complessa delle vite di spettatori che sono ancora prima persone con le proprie convinzioni, con i propri sguardi. È qui che la ricerca e l’approfondimento diventano elementi necessari: come una bussola indicano strade inesplorate, connettendo l’esperienza del singolo a quella di una collettività più ampia. Quando il docente sceglie di portare a teatro le proprie classi nella prospettiva di fare un’esperienza didattica significativa, approfondirne senso e modalità diventa questione cruciale. Andare a teatro è innanzitutto condividere un’esperienza di comunità, ed è a questa comunità che si rivolge il corso strutturando una ricerca aperta e condivisa con i docenti sulle premesse teoriche e le metodologie della Didattica della visione; per individuare e discutere le tappe che l’insegnante – mediatore tra il teatro e il gruppo classe – deve compiere per portare ad incontrare in maniera efficace uno spettacolo dal vivo. Ogni incontro è sostenuto da materiali appositamente preparati in cui ritrovare di volta in volta spunti e tracce da percorrere per ragionare su potenzialità e suggestioni dei singoli spettacoli in relazione al piano formativo e per una riflessione partecipata sul linguaggio teatrale nei suoi elementi costitutivi.

Incontri a cura di Giorgio Testa e Giuseppe Antelmo

CALENDARIO INCONTRI

1 dicembre 22
ore 17.00 – 20.00

11 gennaio 23
ore 17.00 – 20.00

31 gennaio 23
ore 17.00 – 20.00

6 marzo 23
ore 17.00 – 20.00

16 marzo 23
ore 17.00 – 20.00

SPETTACOLI

Natale a suoni di hip hop
Compagnia Teatrale Mattioli
Un’attrice aspetta con impazienza un ballerino Hip Hop per iniziare lo spettacolo, ma lei, senza di lui, è spiazzata. Le luci del palcoscenico si accendono, la musica riempie la sala ma del ballerino neanche l’ombra e l’attrice in una goffa danza cerca di riempire quel vuoto…quando per lei tutto sembra perduto arriva lui, “il ballerino”, che con le sue abilità e le sue danze trascinerà tutto il pubblico nelle storie dei libri. In teatro nell’attesa del Natale si riderà e ci si emozionerà. I piccoli racconti sul tema del Natale, tra gag e giochi teatrali, sono narrati con l’utilizzo di oggetti e sono danzati tra note di musica hip hop, classici di Natale rielaborati in chiave hip hop e musica neoclassica.
Secondo Pinocchio
Burambò
Pinocchio al collo da una catena e ulula al pari di un cane. Alle sue spalle appare il burattinaio che lo libera e gli ricorda che la famigerata scena che lo vede braccato dal contadino è stata tolta dal copione. Dal principio si chiarisce quale sarà la cifra dello spettacolo: la finzione è scenicamente dichiarata. Questa condizione permetterà al protagonista di vivere apertamente una relazione giocosa e spontanea con gli animatori presenti in baracca. In questa versione si è scelto di raccontare le vicende più salienti tra le innumerevoli del romanzo originale. Attraverso l’utilizzo degli  espedienti teatrali, le emozioni e i sentimenti che alimentano questa bella storia sono continuamente attraversati trasversalmente, facendone affiorare l’aspetto paradossale, che suscita ilarità, e al tempo stesso realistico, capace di commuovere.
Stupidorisiko
Emergency Ong Onlus
Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale e passando per la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, arriva fino alle guerre dei giorni nostri. Lo spettacolo vuole raccontare in forma semplice e chiara – e, perché no, anche ironica – alcuni aspetti e avvenimenti della guerra e della sua tragicità. Ma anche raccontare la guerra sotto degli aspetti attraverso cui non è mai stata raccontata: quello della parte delle vittime e della stupidità della guerra. Il teatro diviene così strumento per valorizzare e divulgare il lavoro di EMERGENCY e il suo impegno contro la guerra.
La Compagnia teatrale di Emergency nasce nel 2000 con l’obiettivo di informare e far riflettere sui temi della guerra e della povertà, ma anche sulla possibilità di intervenire per promuovere e affermare i diritti umani essenziali e i valori della solidarietà e della pace.
A pesca di emozioni
Eccentrici Dadarò
C’era una volta un uomo che adorava pescare, appena sorgeva il sole saliva in sella alla sua bicicletta e pedalava verso il mare… C’era una volta un altro uomo che adorava pescare, appena sorgeva il sole saliva in sella alla sua bicicletta e pedalava verso il mare… Una storia piccola. Due uomini e la loro giornata di pesca in un paese dove si vive con un palloncino in testa, perché è lì, nel palloncino, che risiedono le emozioni. Piccole manie, piccoli gesti, piccoli litigi e piccole incomprensioni per riuscire a pescare un piccolo pesce che farà scoprire loro l’emozione più grande: l’amicizia, raccontata con l’essenzialità di una striscia disegnata a colori. La compagnia ha deciso di realizzare uno spettacolo semplice e “leggero come i palloncini” per trattare il tema centrale nell’infanzia dell’identificazione e del riconoscimento delle emozioni, utilizzando un linguaggio che appartiene al loro mondo, quello dei colori.
Solitarium
Teatrodistinto
Due esseri umani vivono separati nella propria solitudine, fatta di quotidianità e routine, di gesti che scandiscono il tempo con la loro ritmata e inesorabile regolarità. Si preparano alla vita e al desiderio di piacere e di piacersi, separati da un muro netto, sebbene immaginario. Un breve sentiero permette loro di avvicinarsi, di affrontare il desiderio di incontro e scambio, superando la timidezza e il senso di inadeguatezza. Solitarium è un inno alla naturalezza del momento e dello scambio, alla possibilità di avere paura e ritrarsi senza perdere la propria forza, alla relazione fatta di sguardi, piccoli dettagli, momenti in cui non accade nulla, eppure tutto cambia. Con questo spettacolo, che lavora sull’immagine, sulla danza e sul suono, si racconta la relazione umana nella sua semplicità e purezza, senza l’utilizzo di parole, senza certezze e senza promesse.
Valentina vuole
Progetto g.g. / Accademia Perduta
Questa è la storia semplice di una bambina. Che è anche una principessa. Lei ha tutto. Vive in un posto sicuro, dove non manca niente. Ma è sempre arrabbiata e urla, urla sempre, perché tutto vuole sempre di più. Valentina Vuole. Forse le manca qualcosa. Ma cosa non sa. E i grandi? Sembrano non capire. A volte la cosa più importante è anche la più difficile da vedere e da trovare. E per farlo Valentina dovrà cercare nel mondo, perché è lì che bisogna andare per diventare grandi. Lo spettacolo è favola di desideri e sogni. Vizi, capricci e regole. E del coraggio che i piccoli e i loro grandi devono avere per poter crescere. Una storia di gabbie che non servono a niente, di frulli di vento e di libertà. Una favola di paura e di coraggio. Dell’importanza dell’ascoltare e del guardare davvero negli occhi. Una favola di quello che i bambini ci hanno raccontato a proposito della libertà.
Sapiens
Principio Attivo Teatro
La storia del mondo, che è la storia del principio ma è anche la storia che si ripete, all’infinito, uguale a se stessa, con gli stessi meccanismi, le stesse resistenze. Siamo nel momento di passaggio: l’incontro tra i Neanderthal e i Sapiens, due specie molto differenti. La prima pacifica, semplice quasi ingenua e la seconda aggressiva, armata e diffidente. I sei attori si dividono tra cambi fulminei, per raccontare le caratteristiche dei due gruppi in un susseguirsi esilarante di situazioni di vita quotidiana. Lo spettacolo risulta molto divertente grazie al registro parodistico scelto e ben agito. La messa in scena è impreziosita da un bellissimo lavoro sulle ombre che dona al racconto scenari selvaggi e allo stesso tempo poetici e consente una bella profondità allo sguardo dello spettatore. Il buio arriva sulle pareti di una caverna sulla quale passa, inciso, tutto il racconto e, in un attimo, immediata, arriva la consapevolezza che quella che abbiamo appena visto non sia solo una storia ma la nostra storia.
Barbie e Ken
Teatro la Fuffa / Fondazione SAT
Barbie e Ken, due bambolotti creati dall’uomo a sua «immagine e somiglianza» si trovano meccanicamente costretti ad eseguire dei comportamenti stereotipati e cliché indotti dal loro “ruolo” in quanto “modelli” per bambini. I due fatalmente e involontariamente si ribelleranno a quello schema mettendo in dubbio il loro sapere surrogato e andando incontro a tutte le domande e le contraddizioni umane. La loro apparentemente superficiale conversazione, li porterà, senza che se ne rendano conto, a discutere dei massimi sistemi. È appunto questa inconsapevolezza che metterà in dubbio le loro conoscenze, delle conoscenze che sembrano anch’esse prefabbricate. È parte della loro natura di giocattoli, di simboli, non avere dubbi ma solo certezze… La comicità nasce proprio dal fatto di avere tutte le risposte, ma non sapere perché. Ken e Barbie in questa storia si trovano a conversare della loro condizione di bambolotti, una condizione che è forse rappresentativa anche di noi e dei nostri tempi più di quanto non pensiamo.
Niña due passi nell’adolescenza
Gatto Vaccino Teatro
Una giornata come tante. La scuola. Le amiche. Mamma e papà. E poi una festa, la solitudine, la musica fortissima che spacca le orecchie. Un pensiero che a volte corre sul limite, sottile sottile, a un passo da una caduta. Ma sul fondo qualcosa di completamente diverso. Un sorriso, un rossore, uno sguardo dritto negli occhi. In adolescenza ci si pone in maniera molto marcata e determinante la domanda circa la propria identità. E nella mente dell’adolescente si affollano risposte parziali mai definitive che egli saggia, coltiva, abbandona, riprende, rimanda, integra, con uno sforzo e una concentrazione che assorbono la quasi totalità delle sue energie. Anche se gli adulti sanno stare nella relazione educativa nella maniera corretta l’adolescente spesso pretende quasi sempre di reggere da solo, o al massimo con l’aiuto del gruppo dei pari, questa “fatica” interiore del crescere. Niña è tutto questo, è adolescenza allo stato puro: è onnivora, distratta, instancabile, fragile, attenta, autonoma, suggestionabile. Appare eccitata e al contempo stranamente passiva. Appartiene fortemente al presente e simbolicamente è il futuro. Lei è un’adolescente alla ricerca di un’identità, con il suo bisogno d’amore e la confusione nel nostro universo fluido, in divenire.
L’uccello di fuoco
Art N/veau
Lo spettacolo è ispirato all’omonima leggenda russa in cui un principe, Ivan, con l’aiuto de L’Uccello di Fuoco, libera dalle grinfie del cattivo Kascey, la principessa Vassilissa. In scena, protagonisti della narrazione, sono Corpo e Voce, musica, immagine, danza e movimento. La scelta stilistica è stata quella di abbinare alla musica di Igor Stravinsky una scenografia totalmente bianca e minimalista, realizzata con gli origami, dove ogni elemento è una scultura in movimento, multiforme, che cambia colore a seconda delle luci. Dal punto di vista linguistico la scelta è stata quella di sintetizzare il più possibile il testo, in una narrazione dove la parola è intesa più come suono che come significato e dove la musica è presente dall’inizio alla fine con i brani di Stravinsky e con delle rielaborazioni musicali eseguite dal vivo tramite loop station.
La gallinella rossa
TCP / Accademia Perduta
La gallinella rossa è annoverata tra i racconti tradizionali inglesi anche se la sua vera origine potrebbe essere russa. In Italia se ne trovano versioni differenti, la più nota è la gallinella giocosa di Byron Barton, Harper and Collins,1993, pubblicata da Babalibri nel 2003. In questo spettacolo l’attore agisce con pupazzi e figure che rappresentano i vari personaggi della storia e oggetti sonori – strumenti, giocattoli, oggetti – con i quali produce i suoni che contribuiscono a dare ai personaggi personalità e differenti caratteristiche. La trama narra il rapporto degli animali della fattoria con la gallinella  che li sprona ad agire, e che, nonostante la loro indolenza e indifferenza, infine, li ritroverà uniti perché, compresa la trasformazione a cui hanno assistito, sapranno mettere a frutto in modo collettivo l’esperienza che hanno vissuto.
Stoc ddo’ – io sto qua
Meridiani Perduti
Michele Fazio non ha ancora compiuto sedici anni quando viene colpito per errore durante un regolamento di conti tra clan rivali. La vita di Lella, da quella sera, muta radicalmente direzione. Giorno dopo giorno, con la sola presenza di madre ferita, impone le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando, puntando gli occhi negli occhi di chi vuole imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stoc ddò”. Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo? Dall’esempio di sua mamma, cumma’ Nenette, donna determinata nell’educare i figli alla sostanza delle cose. Dal sostegno del marito Pinuccio, della famiglia e della gente del quartiere. Ma, soprattutto, dal dialogo mai interrotto con Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari Vecchia. Un dialogo, quello con suo figlio, che nessun ostacolo riuscirà mai a impedire, nemmeno la morte.
Esterina centovestiti
Compagnia Burambò
Daria Paoletta, torna alla grande, con il suo spettacolo più bello, dedicato ai ragazzi. Servendosi solo di tre sedie e una cornice, ci regala un’ora pervasa da profumo d’infanzia, dove sempre le parole, collegandosi ai gesti, diventano immagini nitidissime, intrise di poetica sostanza in una storia, dove il bullismo fa capolino, per dire a noi, ma soprattutto ai ragazzi, che ciò che appare a volte non è come davvero è, basta solo vivere, gustando tutto ciò che la vita ci regala, senza pregiudizi. In classe, Lucia, è alle prese con l’arrivo di una nuova compagna cui per condizione economica ed estrazione sociale, sembra negata la possibilità di scegliere la propria vita e che, come spesso accade nelle dinamiche infantili ed adolescenziali, viene per questo emarginata e schernita. Esterina ha il corpo grande, le mani rovinate, parla in modo strano, ha il colletto del grembiule sempre stropicciato e indossa sempre gli stessi pantaloni… eppure dice di avere 100 vestiti nell’armadio.

Casa dello Spettatore collabora con

2022-12-03T13:36:37+00:00